| Ragazzi sono ritornata!
La Bambina Diversa
Volavo già da ore in quel cielo terso, azzurro chiaro, il vento accarezzava i miei capelli, l'aria penetrava prepotentemente nelle mie narici inondandomi di quell'odore indefinibile, in quello stesso cielo così bello però non vi era neanche l'ombra di una nuvola, bianca, grande e chissà magari anche soffice al tatto. Mi domandavo spesso com'erano fatte le nuvole, sembravano i luoghi perfetti per far riposare il corpo affaticato dal lavoro o la mente stanca di pensare, lì, sopra tutto e tutti, poteva trovare un'oasi di pace e tranquillità. Ci volevo andare, volevo sapere com'era sentire sulle proprie mani quello strano ammasso di colore grigio-bianco, era bello stare lassù? Mi sarei annoiata? Avrei trovato qualcosa si interessante e magari avrei trovato le risposte alle tante domande che mi sarei posta? Provai tante volte a raggiungerle ma sembrava che qualcosa me lo impedisse, arrivavo a quelli che sembravano pochi metri ma quelle si spostavano sempre più, come se stessero scappando da me, a volta capitata di bloccarmi, arrivavo lì a pochi passi da loro ma scendevo di nuovo, tornavo al punto di partenza, provai tante volte, ma non le raggiunsi mai, ogni giorno sembravano sempre più lontane e irraggiungibili. Forse non era destino? Man mano però non ci pensai più, perchè smisi di volare, già alla fine gli avevo dato retta. Me lo diceva spesso:
Devi smetterla di aprire le ali e volare là, come un uccello o immergerti in acqua e nuotare come il popolo di Nettuno, non puoi fare queste cose, non qui, devi cambiare-
Perchè non posso rimanere così come sono, volare là sopra insieme ad altri uccelli mi da una strana sensazione, diversa da quella che ho qui, camminando sulla terra ed anche quando nuoto sono in uno stato diverso da quello attuale e dal precedente-
Non puoi ti ho detto, adesso tu vivi qui nel mondo degli esseri umani e come un essere umano devi vivere, non sei un uccello che puoi volare, né un pesce che deve nuotare, il tuo posto (per quanto giusto sia) è qui sulla terra ferma. Basta ali e basta pinne, userai solo le gambe e le braccia, come facciamo noi esseri umani. È l'unica scelta che tu possa fare se vuoi vivere qui.
Ascoltai attentamente le sue parole, potevo trasformarmi in un pesce o in un uccello e poter così avere una scelta in più da prendere? Misi le mani di fronte a me, le rigirai e le osservai, immagino la risposta sia no, credo sia difficile cambiare queste strane cose che loro chiamano “mani”, alla fine ogni estremità c'era una specie di quadratino più duro della pelle e più in basso si vedevano delle linee verdi e violacee. No, non potevo mutare forma in un'altra, sarei rimasta così, con queste due “mani” che non sapevo ancora usare, ma allora perchè darmi due paia di ali? Perchè far si che quelli che loro chiamavano piedi loro li usavano per camminare io li potevo usare anche come pinne? Perchè questa diversità se mi ritrovavo a vivere come loro? Inutile domandarlo a lui era già tanto che sapeva quelle cose, ma le tenni sempre per me, sebbene la voglia di tirarle fuori era grande, ma chi avrebbe trovato delle risposte alle mie domande se non io?
Voglio essere un uccello allora, così potrò volare e sarò più libera. -
No, non sarei libera neanche in quella forma, noi prendiamo come simbolo di libertà essi, ma non è così, loro non sono liberi, se così fosse andrebbero ovunque. Invece gli uccelli devo posarsi su quelle terre idonee alle loro esigenze e abbandonano quelle stesse terre in cerca di altre. Se non fosse così morirebbero, questa a me non sembra libertà.-
Aveva ragione, ci ragionai per qualche notte.
Come tutte le cose che facevano parte di questo mondo che andavano man mano a deteriorarsi anche lui se ne andò, non fu neanche tanto traumatico, avevo trascorso un paio di anni da quando giunsi qui, su questa spiaggia, in questo mondo, lo trovai lì, steso su quel letto, come se stesse dormendo, come quando finiva di raccontarmi una storia si stendeva lì su quel letto, con un lenzuolo forse troppo consumato. Imparai molto in quegli anni, riuscii ad utilizzare correttamente braccia e gambe, assimilai il loro linguaggio, scoprendo che se mi fossi spostata ancora sarebbe cambiato e che ce ne sono tanti e tutti diversi l'uno dall'altro, ma allora come facevano a capirsi fra di loro? Appresi come comportarmi, cosa pensavano in luoghi e situazioni comuni, scoprii che nel petto c'era qualcosa di prezioso, era ciò che permetteva loro di vivere, lo chiamano “cuore”, sembra sia molto importante, mi raccontò anche che spesso altri uomini rubano quest'oggetto oppure lo uccidono, ponendo così fine alla vita di una persona, la prima cosa che mi venne in mente fu “Sarà doloroso?” lui mi rispose dicendo che in alcune occasioni lo era, altre no. Non pensavo che questo momento per lui arrivasse così in fretta, avevo ancora così tante cose da domandargli, avevo un po' paura di quel mondo, di quella realtà, sarei riuscita ad andare avanti da sola? Senza di lui? Feci tesoro di tutto ciò che mi disse, mi parlò del mondo, della vita che era stupenda, ma che l'uomo la distruggeva sempre di più. Non capiva che facendo così uccideva? Non mi disse niente per parecchi minuti, chiuse gli occhi e abbassò la testa, evidentemente una risposta c'era ma era difficile.
Spesso l'uomo è vittima degli eventi, alle volte è lui la causa, ma il tempo passa, gli eventi pure ma sembra che l'essere umano non riesca ad imparare lo sbaglio, quando se ne accorge è troppo tardi.-
Ritornai indietro nel tempo, ero stata anche io vittima degli eventi? Non ricordo bene ciò che successe, ho pochi ricordi frammentari:ero caduta, stavo volando ma dovevo aver perso la concentrazione, arrivai a mare e non appena sentii il freddo dell'acqua mi ripresi, non sapevo dov'ero ma cominciai a nuotare, senza una meta, senza sapere dove andare, fino a quando non vidi una spiaggia, mi facevano male le gambe e le ali non si schiusero, mi accasciai lì senza forze, avevo sonno, ero stanca, mi addormentai pensando che magari mi sarei risvegliata lì e invece... Appena i miei occhi si aprirono vidi quel viso, quegli occhi scuri, quelle palpebre grandi, la pelle macchiata ed invecchiata, la testa ricoperta da pochi capelli grigi e quello sguardo... Aveva un bel sorriso, sembrava felice di vedermi, neanche mi conosceva, i primi giorni furono duri, non capivo quello che diceva e quello che voleva da me, mi accontentavo dei gesti, ma la cosa che non mi stupiva era il suo comportamento. Dal primo momento che mi vide non scappò, non urlò, non si dimenò, anzi mi fissava, mi guardava intensamente. Non aveva paura di me? Avevo delle ali sulla schiena e quasi tutto il corpo era ricoperto da squame, era coraggioso lo dovevo ammettere. Ai miei occhi io vedevo solo un strano essere, non riuscii ad ambientarmi in quel mondo, mi sentivo così diversa, così strana, non ero un essere umano, non ero un volatile né un animale marino, cosa ero allora? Mi disse per tanto tempo che dovevo cambiare, ma perchè dovevo cambiare io? Avevo studiato ed imparato l'essere umano, pregi e difetti, perchè loro non potevano accettarmi come aveva fatto lui? Perchè non capivano che non ero come loro? Io la mia parte l'avevo fatta, per quale motivo loro non potevano farla? È vero una parte di me era come loro, ma l'altra parte... poggiai una mano sul petto, sentì qualcosa, un oggetto, ma non era fermo, emanava quasi calore e si muoveva, sentivo anche il rumore! Assurdo, possibile che io? Non ci credevo era un Cuore! Quel tesoro prezioso, che gli umani a volte distruggevano e rubavano, ce l'avevo pure io. Adesso si che ero veramente combattuta e le ali? Non mi servivano più? Lo volevo ancora qui con me, scommetto che sarebbe stato felice di questa mia scoperta, magari lo sapeva già.
Perchè, se è vero quello che dici, gli uomini devono rubare il cuore? Hai detto che serve a loro per vivere, ma se ognuno di loro già ce l'ha perchè toglierlo ad altri?-
Beh mi spiace ma non so risponderti a questa domanda, ci sono mille ragioni: per rabbia, pazzia, amore, dolore, per tanti motivi. Succede che quando tu hai qualcosa a volte ne desideri ancora, non ti basta mai e lo togli a qualcuno che serve oppure proprio questa mancanza ti lega stretto a quella persona, il legame si fa più forte, così che tu non possa vivere senza l'altro... e tante altre ragioni, sono sicuro più avanti lo scoprirai e lo capirai.
Sembrava un discorso strano, senza senso, ma adesso era più chiaro, spero tanto di tenermi questo cuore il più allungo possibile. Potevano togliermi le ali, le pinne, ma no il cuore me lo sarei tenuto stretto fino a che ne avevo la possibilità. Alla fine non ero tanto diversa da loro, ma il mio tormento continuava, si placava solo quando lo accarezzavo e ripensavo agli anni passati.
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sembra una favola 
