La cucina giapponese
I giapponesi definiscono la loro cucina con una sola parola,
sappari. Significa pulita, ordinata, leggera, irradiante, onestà. È una cucina la cui caratteristica primaria è quella di non alterare affatto la materia prima. Essa rispetta infatti la freschezza, il sapore, il colore, la consistenza e la stagionalità di ogni cibo.
Nasce come cucina povera e affonda le sue radici nella sua storia e nella natura della sua terra e del suo mare. Le quattro isole principali che costituiscono il Giappone si estendono su una superficie totale di mille miglia di terra montagnosa e impervia in minima parte adatta alle coltivazioni.
L'unica ricchezza del paese sono le sue acque pescosissime ragione per cui i prodotti della terra hanno sempre occupato un posto di poco rilievo rispetto a quelli del mare. Certamente per noi occidentali è un po' difficile educare il nostro palato a questi nuovi sapori: l'idea di mangiare pesce crudo spaventa molti: non sanno però che il pesce crudo ha un sapore che non sa per nulla di pesce e che molti che detestano il pesce sono capaci di fare follie per un sushi o un sashimi.
Superate dunque ogni vostra perplessità e tuffattevi in questo nuovo mondo dai sapori così diversi dai nostri ma che, una volta fatti vostri, non ne potrete fare più a meno.
Come si preparaLa nostra cucina è perfettamente attrezzata per la preparazione dei piatti giapponesi. Gli unici attrezzi consigliati sono il
wok, una padella a forma di ciotola in ghisa o ferro, ed i coltelli giapponesi, dalle lame taglientissime, buone per tutti gli usi.
Il cibo richiede molto tempo per la preparazione in quanto deve essere bello a guardarsi non soltanto quando viene servito ma già prima di essere cotto: le fette devono essere tagliate regolarmente, le guarnizioni devono creare piacevoli effetti di colore in quanto tutto deve essere una carezza per l'occhio.
I giapponesi mangiano attorno ad un tavolo rettangolare ed il cibo, in un pasto non formale, viene servito tutto in una volta e ogni commensale ha davanti a sè un vassoio rettangolare di lacca sul quale vengono posati i diversi piatti contenenti le varie preparazioni, le bacchette e una tazza di saké.
Il thè verde viene servito a ripetizione come l'acqua per noi. In una cena formale, con ospiti, vengono servite due minestre e almeno altre 5 portate ma essendo le porzioni molto ridotte e a basso contenuto di sostanze grasse e spezie forti, il nostro stomaco non ne risente. In questo tipo di occasione la padrona di casa non si siede a tavola coi suoi ospiti: si limita a servirli.
Bon tonÈ cattiva educazione conficcare verticalmente le bacchette nella ciotola del riso.
Non si buca mai il cibo con le bacchette, ma lo si afferra.
In un Sushi bar, bisogna mangiare subito lo sushi non appena servito. È un segno di rispetto per lo chef, e la sua arte.
In Giappone i crisantemi non sono ritenuti fiori da funerale: sono soprattutto fiori ornamentali buoni per ogni occasione.
Se siete invitati da qualcuno è molto apprezzato tutto quello che viene dall'Italia.
Si ringrazia il sito Mangiarbene per le fonti